XVIII domenica del T.O.

07.08.2021 14:36 Paolo con la sua lettera inviata alla comunità cristiana che era in Efeso , seconda lettura di questa XVIII domenica del Tempo Ordinario ci esorta a non comportarsi come si comportavano (e come si comportano tutt’oggi ) non solo i pagani ma anche molti cristiani : “ ... Fratelli vi dico e vi scongiuro nel Signore : non comportatevi come i pagani con i loro pensieri .... “ . I pagani dunque non pensano come Dio pensa , hanno pensieri diversi da quelli di Dio , come Gesù rimproverò a Pietro : “ ... tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini ... “ . ( Mc.8,33 ) Pensare come l’uomo pensa non ha spessore , sostanza . Riporre fiducia nell’uomo che non può salvare è vano ,come ci fa intendere l’apostolo Giacomo (4,12 ) nella sua lettera . “ ... Ora , uno solo è legislatore e giudice , Colui che può salvare ... “. Dunque riponendo fiducia nell’uomo si ritorna ad essere pagani . Si legge nel libro del profeta Geremia (17,5;7 ): “ ... Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore si allontana il suo cuore ... Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia ... “. Siamo chiamati , dunque invitati a comportarsi come il Signore si comporta e a seguire il suo esempio , il suo modo di vivere , il suo stile di vita , siamo invitati ad essere fedeli alla parola data , alla promessa proclamata , se la parola , la nostra parola ha valore , ha ancora valore . La Parola di Dio è scritta , ma la nostra ? Quella dell’uomo ? Non è scritta dunque è vana e se fosse scritta , sarebbe comunque vana a causa della nostra instabilità e imperfezione . Qual è dunque la promessa che instauriamo con Dio ? Essa è un’opera , è l’opera , è cioè , ciò che i sensi percepiscono , è visibile ,udibile ,odorabile , gustabile , tangibile , nulla dunque di più esprimibile ed esperibile . Precisamente la promessa ,abbiamo ascoltato nella lettura dell’odierno Vangelo è così definita da Gesù con queste precise parole : “ ... questa è l’opera di Dio : che crediate in colui che egli ha mandato ... “ in riposta alla domanda che la folla pose a Gesù a Cafarnao : “ ... che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio ? ... “ . Fratelli cristiani noi abbiamo promesso di credere , e il nostro credere è espliciato nella preghiera del Credo , simbolo della nostra fede , che ogni domenica solennemente recitiamo davanti all’assemblea , pubblicamente . Pensiamo dunque a ciò che promettiamo , che crediamo , che diciamo di credere . Promettiamo di non fare , di non agire di testa nostra , di non scegliere autonomamente , d’impulso ,di non pensare come gli uomini e i pagani pensano , ma di condividere i nostri pensieri con il Signore , di scegliere con l’aiuto del Signore , insieme a Lui , affidandosi a Lui , nel Signore , con il Signore ,per il Signore , come il Signore . Abbiamo promesso e promettiamo di affidarsi, di consegnarsi al Signore come si prega con il Salmo 54 ( 23 ) : “ ... Getta nel Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno... “ perché conclude il versetto del Salmo “ ... mai permetterà che il giusto vacilli ... “ . Dunque affidandosi , consegnandosi al Signore si riceve stabilità , equilibrio e si è annoverati tra i giusti . Noi soli non possiediamo la forza di sopportare i carichi che ci vengono imposti , perché carichi gravosi , pesanti . E’ tempo dunque di cambiare , è tempo di interiorizzare, di entrare in se stessi , perché entrando in se stessi ,appropriandoci o riappropriandoci della nostra intimità , del nostro cuore potremo , possiamo incontrare il Signore , entrare non solamente nel nostro mondo ma nel suo , nel regno , nel regno dei cieli , subito , già adesso perché il Regno dei cieli non è promesso per il dopo , ma per l’immediato : “ ... Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia ... “ . Fratelli cristiani il carico che il Signore pone sulle nostre spalle non solo è leggero , ma è dolce , piacevole : “ ... Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero ... “ si legge nel Vangelo di Matteo ( 11,30 ) . Mai rinchiusi nel proprio cuore, in se stessi , perché il nostro cuore non è una prigione , ma un rifugio. In esso , nel cuore , si è al riparo da ogni ingerenza esterna ,protetti dalla presenza del Signore come si prega nel Salmo 18 (1-2 ) : “ ... SIGNORE, mia forza! Il SIGNORE è la mia rocca, la mia fortezza, il mio liberatore; il mio Dio, la mia rupe, in cui mi rifugio,il mio scudo, il mio potente salvatore, il mio alto rifugio ... “ e in esso , nel cuore , ci carichiamo della forza, della potenza di Dio ; si riceve la forza , la potenza di Dio , che sgorga da Dio che ha in Lui origine . Si riceve la stessa forza , la potenza che ricevette l’emoroissa nel racconto evengelico : “ ... Ora una donna .... udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello ... E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male ... subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui si voltò .... “ .(Mc.5,25-30) E’ nel cuore che si compie il miracolo della fede , il cuore è un universo e oltre , perché il cuore non ha confini . Se si è costretti entro i propri confini in recinti o tra le anguste pareti si consuma il dramma del superfluo . L’uomo a forza , forzatamente è nutrito , ingozzato del superfluo e prende peso , si appesantisce , perde la sua agibilità finanche la sua mobilità , perde ciò che è essenziale per vivere , la sua essenza quel particolare modo di essere ; in questo modo l’uomo si appiattisce , si omologa per essere come tutti , come i pagani che costruiscono idoli , idoli muti e statici . Scriveva Antoine de Saint Exupery nel Piccolo Principe : “ ... si vede bene solo con il cuore l’essenziale è invisibile agli occhi ...“ e si legge nel primo libro di Samuele ( 16,7) quando il profeta si reca da Iesse , inviato da Dio ,ad ungere Davide re : “ ... L'uomo guarda l'apparenza, il Signore guarda il cuore ... “ . Nel cuore dunque si fa , si agisce , si dà senso , scopo all’agire . Anche fuori dal cuore si fa , si agisce , ma solamente si fa , si fa per fare . Solo se si passa dal cuore si fa , si agisce , si possono fare , compiere le opere che la folla , nel brano di Vangelo poc’anzi proclamato intende , e quelle opere divengono l’opera , quella che Gesù intende , perché nel cuore si è . Di questi tempi spesso e volentieri ci fermiamo e ci accontentiamo delle opere ,più facili da conseguire , immediate , soddisfacenti . Ci fermiamo alla molteplicità dimenticando l’opera , l’unicità con la quale e per la quale è possibile agire . Madre Teresa di Calcutta è ricordata più per il suo fare , il suo agire ,che per il suo essere e ciò non è corretto , è un falso storico . Madre Teresa perché cristiana , cristiana cattolica attraverso il suo essere ha fatto ,ha agito , ha operato . La sua prima opera dunque è stata essere cioè calarsi nel profondo del suo cuore per incontrare l’essenziale , l’essenza della sua esistenza senza la quale il suo fare ,la sua azione , il suo agire sarebbe stato , o meglio si sarebbe ridotto a filantropia che significa non agire da cristiani , cioè come Cristo avrebbe agito . La filantropia è un merito ma non è un modo di vivere , non coinvolge ad un cambiamento di vita . Fratelli la filantropia , le opere sono legate al momento in cui si compiono , secondo quanto scrisse S.Paolo nella sua seconda lettera alla comunità cristiana che era in Corinto ( 4,18 ) : “ ... le cose visibile sono di un momento ... “ . Ben diversa è l’opera , il credere , l’agire , perché l’agire da, e del cristiano come scrive San Paolo implica l’eternità : “ ... le cose invisibili sono eterne ... “ . Fratelli noi crediamo che se il corpo si dissolve , l’anima resta e resta per eternità , per sempre . Il corpo è fatto di parole , l’anima della Parola . E’ ciò che il Signore ci insegna attraverso la differenza tra il pane e il pane della vita evidenziata dall’odierno Vangelo infatti Gesù afferma : “ ... è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo , ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo , quello vero . Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vta al mondo .... Io sono il pane della vita chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete,mai ... “ . Dunque è l’opera che rende possibili le opere ; e le cose invisibili traducono e attuano le cose visibili .